lunedì 28 novembre 2011

Jackson Pollock Action Painting


« Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno della resistenza che opponendosi mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente "dentro" al dipinto.Questo modo di procedere è simile a quello dei "Sand painters" Indiani dell'ovest. »
Jacson Pollock

sabato 19 novembre 2011

Linee morbide del decostruttivismo

Museo del Mediterraneo, Reggio Calabria, architetto Zaha Hadid

In questi ultimi 10 anni se c'è un movimento veramente innovativo in architettura senza dubbio è il decostruttivismo. Un movimento in netta contrapposizione con il razionalismo che aveva caratterizzato l'architettura italiana del periodo fascista.

Tra i principali esponenti ricordiamo lo spagnolo Santiago Calatrava, artefice del Ponte della Costituzione che attraversa il Canal Grande a Venezia. Il ponte di Calatrava, che in genere i veneziani non amano molto, è la prima opera postmoderna a Venezia, presenta una forma arcuata ed è costruito in acciaio, ferro e pietra d'Istria.

Il decostruttivismo si caratterizza per la scelta di forme asimmetriche, prescinde dalle linee rigide del razionalismo per abbandonarsi a linee più morbide, meno severe e più espressive. Si veda come esempio il Museo del Mediterraneo progettato dall'architetto irachena Zaha Hadid.

giovedì 10 novembre 2011

Centre Pompidou

Il Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou, conosciuto come Centre Pompidou, si trova a Parigi e fu disegnato da Renzo Piano e Richard Rogers. Questo centro prende il nome dal presidente francese che lo aveva pensato come un centro dedicato completamente all’arte moderna. Il Centre Pompidou, inaugurato nel 1977, rappresenta infatti la casa nazionale di arte moderna più importante della Francia e senza dubbio uno fra più importanti in tutto il mondo. All’interno oltre allo spazio espositivo è presente la biblioteca, il centro audiovisivi, il cinema, la libreria, la boutique, i ristoranti e il caffè.

In questo tempio dell’arte possiamo ammirare i più importanti artisti del Novecento e degli ultimi 10 anni: Picasso, Giacometti, Matisse, Miró, Cadere, Marden, Gatti, Zanuso… solo per fare alcuni nomi. L’esposizione permanente si sviluppa principalmente su due piani: al 4° piano infatti troviamo gli artisti dal 1905 al 1960 e al 5° invece dal 1960 ai giorni nostri.

lunedì 7 novembre 2011

Concretismo

Composizione in nero, Atanasio Soldati (1896-1953), Galleria arte moderna, Torino

Composition with Red, Blue, Black, Yellow, and Gray, Piet Mondrian (1872-1944), MoMA, New York

Concretismo o Arte concreta fu il termine utilizzato per la prima volta (1930) da Theo van Doesberg, teorico e artista olandese.

Avvicinandoci per la prima volta a questo movimento artistico e osservando i quadri concreti è facile identificarli genericamente come astrattismo. L'arte concreta si distingue dal figurativo e dall'astrattismo. L'arte astratta parte dalla natura e deformando elementi già presenti in natura segue un processo di astrazione da esse. Il figurativo invece riproduce il reale. L'artista concreto con la sua arte vuole apportare e creare elementi nuovi al reale con la sua opera. Come dice lo stesso Theo van Doeseberg, "l'arte concreta vuole creare oggetti per uso intellettuale".


Ma quali sono allora gli elementi che caratterizzano il concretismo? Al centro della ricerca dei concretisti ci sono il colore e la forma.

Il concretismo è un arte geometrica, segue linee e forme geometriche e si caratterizza, soprattutto in pittura, per l'uso del colore puro e la sua stesura piana.

Sicuramente uno dei primi semi del concretismo lo dobbiamo cercare nel neoplasticista Mondrian, un artista olandese vissuto tra il 1872 e il 1944.

Nel 1947 ci fu la prima mostra internazionale di arte concreta. In Italia il concretismo inizia il suo percorso nel 1948 a Milano con il MAC (Movimento per l'Arte Concreta) a cui appartengono Bruno Munari, Atanasio Soldati, Gianni Monnet, Luigi Veronesi, Gillo Dorfles e altri.

domenica 6 novembre 2011

I fili di Maria Lai









Maria Lai è l’artista sarda vivente più in vista. Nata ad Ulassai nel 1919, a 15 anni è allieva di Ciusa e in seguito del futurista Gerardo Dottori. A Roma si iscrive nel 1940 al liceo artistico e durante la seconda guerra mondiale dal ‘43 al ‘45 studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia.



Importanti nel suo soggiorno romano e veneziano saranno gli incontri con Marino Mazzacurati esponente della Scuola Romana, Arturo Martini che era vicino all'ambiente futurista e faceva parte della Secessione Romana e Alberto Viani simpatizzante dello Spazialismo. Dopo la guerra torna in Sardegna ma presto lascerà l’isola e si trasferisce di nuovo nella capitale. Dopo la prima esposizione del '57 a Roma Maria Lai vive una lunga crisi e dopo la crisi che nasce l’incontro di Maria Lai con i telai, i fili e la stofa fino ad arrivare a Venezia nella biennale del 1978 con Materializzazioni del linguaggio.



I fili di Maria Lai raccontano storie e scrivono poesie, attraversano lo spazio della tela lasciando segni semplici. Con grande facilità si muove su grandi tele per tornare a dimensioni ridotte che hanno il formato di un libro mantenedo sempre la dignità del poeta.