mercoledì 11 gennaio 2012

La Déesse


DS Citröen

Roland Barthes

Miti d’oggi, 1957

Credo che oggi l’automobile sia l’equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una grande creazione d’epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico.

La nuova Citröen cade manifestamente dal cielo nella misura in cui si presenta da principio come un oggetto superlativo. Non bisogna dimenticare che l’oggetto è il miglior portatore del soprannaturale: c’è facilmente nell’oggetto una perfezione e insieme un’assenza di origine, una chiusura e una brillantezza, una trasformazione della vita in materia (la materia è assai più magica della vita), e per dir tutto un silenzio che appartiene all’ordine del meravilgioso. La Déesse ha tutti i caratteri (almeno il pubblico sta cominciando ad attribuirglieli unanimamente) di uno di quegli oggetti discesi da un altro universo che hanno alimentato la neomania del Settecento e quela della nostra fantascienza: la Déesse è anzitutto un nuovo Nautilus.

Il testo è un brano antologico tratto da Storia della Bellezza a cura di Umberto Eco, Bompiani 2004. (pag. 398)

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