venerdì 16 novembre 2012

Ernst Gombrich (1909-2001)



lunedì 5 novembre 2012

La sorpresa di Remedios Varo



Hacia la torre (Verso la torre), 
olio su tela, 1961, Remedios Varo




Il Messico ha dato all'arte diversi nomi femminili, tra questi Remedios Varo rappresenta una delle figure di spicco.Nata all'inizio del secolo e morta a Città del Messico nel 1963, di origini spagnole ma naturalizzata messicana.
Riconoscere l'opera di Remedios Varo non è un lavoro arduo, dopo aver visto due o tre dei suoi quadri riconoscerla è semplicissimo. Remedios Varo analizza sulla tela l'elemento onirico e lo fa con il suo linguaggio surrealista.


Imnsonio (Insonnia), 
olio su tela, 1948, Remedios Varo


Ci si può fermare con sorpresa davanti a un suo quadro a scoprire tutti gli elementi che poco poco si presentano ai nostri occhi. La sopresa è l'elemento portante dell'opera di Varo e infatti sembra voler giocare con lo spettatore: dalle pareti, dalle porte c'è sempre qualcuno che si affaccia sulla scena. Geometrie surreali ci portano sulla scena e ci invitano ad entrare in un mondo onirico quasi fantastico.


Despedida (Congedo), 
olio su tela, 1958, Remedios Varo

giovedì 14 giugno 2012

Hopper en el Museo Thyssen



Edward Hopper, Morning Sun, 1952, olio su tela

Edward Hopper (1882-1967), il pittore americano della solitudine. Esposizione al Museo Thyssen di Madrid.


Vi consiglio questa pagina interessantissima, 
potete cliccare sul link che segue:


venerdì 8 giugno 2012

A come Acrilici


Jean Michel Basquiat, Teschio, 1982, Pittura acrilica su tela 


                      L'acrilico è una tecnica di pittura che arriva nella tavolozza degli artisti abbastanza recentemente, pochi decenni fa. L’acrilico si caratterizza per una brillantezza tutta sua, diversa dalla brillantezza della pittura a olio e rispetto a quest'ultima gli acrilici hanno dei tempi di indurimento decisamente più brevi. La grande difficoltà degli acrilici è la resa della sfumatura, appare molto artificiale ed è più delicata e naturale invece nella pittura a olio.
      
                     Gli acrilici, che sono risultato di pigmenti uniti a resine sintetiche, possiamo definirli una tempera magra, solubile in acqua. Questi colori hanno una grande dutilità permettono infatti pitture veloci, si stendono facilmente, i colori sono sovrapponibili e si adattano a tutte le superfici: gesso, tela, cartone, legno, pietra, etc. L'acrilico inoltre può essere utilizzato sia nella grafica che in pittura, in decorazione come nel restauro.

Mimmo Rotella, Renault 5, 1986, Pittura acrilica su manifesto



                     Questa tecnica ha avuto un grande impiego nell'arte informale in generale e in modo particolare nella pittura materica, si accosta facilmente infatti ad altri materiali e impasti. 



domenica 3 giugno 2012

Héctor García (1923-2012)


Entrada de artistas (foto: Héctor García)

Qualche giorno fa abbiamo ricordato Robert Doisneau su questo blog, un fotografo che ha scelto la strada come campo di lavoro. 


La Celestina (foto: Héctor García)


Oggi muore a Città del Messico Héctor García, un altro grande maestro della lente fotografica che ha fatto della strada un’opera d’arte. Ha speso tutta la sua vita a fotografare Città del Messico, una metropoli in continuo movimento.Davanti al suo obiettivo hanno posato anche artisti e scrittori messicani.
 Frida Khalo (foto: Héctor García)

mercoledì 30 maggio 2012

Il poeta dell'obiettivo: Robert Doisneau.






Robert Doisneau (1912-1994) è un poeta dell’obiettivo fotografico.
Questo grande fotografo, contemporaneo e connazionale di Cartier Bresson, è riuscito a rappresentare in modo elegante e allo stesso tempo ironico la vita quotidiana. I suoi personaggi non sono i grandi della storia ma sono le persone comuni: bambini, anziani, militari in congedo, piccoli artigiani, operai, ballerini, etc. La strada è il principale palco scenico dove si muovono questi personaggi.


La composizione dei fotogrammi di Robert Doisneau è molto pittorica. Il fotografo Doisneau ha un forte senso della geometria, non una geometria sterile ma ricca di elementi dove nessun particolare è lasciato al caso e dove tutto ruota armoniosamente intorno al soggetto principale.
Leggere le fotografie di Doisneau è facile, basta seguire gli occhi dei personaggi, i loro sguardi ci conducono dentro le loro storie, dentro la loro esistenza. Doisneau è un maestro nel raccontare storie, lui per primo riesce ad entrare nelle storie quotidiane della gente di Parigi, si avvicina silenzioso, elimina le distanze con le sue focali corte.

Usa un linguaggio semplice e raffinato allo stesso tempo, gioca continuamente sulle assonanze e sui contrasti ma i suoi protagonisti non perdono mai la loro dignità.


lunedì 5 marzo 2012

Orani-Usa andata e ritorno: Nivola.


In occasione dei 100 dalla nascita di Costantino Nivola, dal 23 febbraio al 10 aprile, all'ambasciata italiana di Washington è stata montata l'esposizione 'Costantino Nivola: 100 years of creativity'.

Negli Stati Uniti all'inizio degli anni '40 l'artista sardo, originario di Orani (Nu), partecipa alle prime esposizioni importanti del suo percorso artistico.

Nonostante la sua formazione newyorkese e i tanti anni passati in America, nell’arte di Nivola non è difficile scorgere il legame molto forte con la sua terra d’origine, soprattutto in queste figure femminili che ci ricordano la grande dea madre tipica della cultura mediterranea e simbolo di tutta l’opera artistica di Nivola.

Consigliato: http://www.museonivola.it

domenica 12 febbraio 2012

Anche l'informale ha la sua forma

martedì 7 febbraio 2012

La M en la mano de Tàpies


Muore oggi Antoni Tàpies, uno dei maggiori esponenti dell'informale spagnolo o meglio CATALANO come lo stesso Antoni avrebbe preferito.
Il suo lavoro si distingue per il ricorso continuo al simbolismo.
Un uomo di una cultura enciclopedica, amante della filosofia, in modo particolare dell'esistenazialismo e della letteratura.

Antoni giocava con la materia, metteva insieme diversi elementi: carta, paglia, acrilici, terra, stoffa, etc. senza pregiudizi e aspettava che il tempo toccasse le sue opere. Non riteva eterne le sue opere e non aveva paura che le sue opere poco a poco fossero consumate dal tempo:

Todos tenemos una M dibujada en las líneas de la palma de la mano, lo cual remite a la muerte, y en el pie hay unas arrugas en forma de S; todo combinado era Muerte Segura
(Folleto de la exposición Comunicación sobre el muro, Fundación Tàpies, Barcelona, 1992).

mercoledì 11 gennaio 2012

La Déesse


DS Citröen

Roland Barthes

Miti d’oggi, 1957

Credo che oggi l’automobile sia l’equivalente abbastanza esatto delle grandi cattedrali gotiche: voglio dire una grande creazione d’epoca, concepita appassionatamente da artisti ignoti, consumata nella sua immagine, se non nel suo uso, da tutto un popolo che si appropria con essa di un oggetto perfettamente magico.

La nuova Citröen cade manifestamente dal cielo nella misura in cui si presenta da principio come un oggetto superlativo. Non bisogna dimenticare che l’oggetto è il miglior portatore del soprannaturale: c’è facilmente nell’oggetto una perfezione e insieme un’assenza di origine, una chiusura e una brillantezza, una trasformazione della vita in materia (la materia è assai più magica della vita), e per dir tutto un silenzio che appartiene all’ordine del meravilgioso. La Déesse ha tutti i caratteri (almeno il pubblico sta cominciando ad attribuirglieli unanimamente) di uno di quegli oggetti discesi da un altro universo che hanno alimentato la neomania del Settecento e quela della nostra fantascienza: la Déesse è anzitutto un nuovo Nautilus.

Il testo è un brano antologico tratto da Storia della Bellezza a cura di Umberto Eco, Bompiani 2004. (pag. 398)